Si reca sulla tomba del padre ma sulla lapide c'è inciso il suo nome

Pubblicato: 29/04/2016 07:34:46
Categorie: Cimiteri , Imprese Funebri , Più recenti

Una brutta sorpresa

Come reagireste se una volta arrivati difronte alla tomba di un vostro parente leggeste sulla lapide il vostro nome invece che il suo? È quello che è successo a Mirella Giovannini, una signora sulla sessantina, residente a Servola (TS) che porta alla luce solo oggi un avvenimento a dir poco assurdo.

"Ho letto in questi giorni di quanto è accaduto a quelle due anziane, i cui corpi sono stati confusi, e allora ho deciso di raccontare anche il mio caso perché non è giusto che le persone vengano trattate senza cura e rispetto". La vicenda risale a 5 mesi fa, quando Mirella si era recata al cimitero dove riposa suo padre e nel momento in cui stava per appoggiare dei fiori sulla tomba guardando la lapide ha visto il proprio nome inciso invece di quello di suo papà. 

I morti meritano rispetto

"Ha iniziato a girarmi la testa". Successivamente  la donna avrebbe chiesto spiegazioni: "Alle mie pronte rimostranze mi viene risposto che la colpa era dello scalpellino, ma mi sono domandata: chi è che gli ha fornito i miei dati personali? Con quello che si paga per organizzare un rito funebre sarebbe auspicabile serietà e rispetto, se non agli eredi, almeno a chi ha lasciato questo mondo". Inoltre lo scalpellino o chiunque abbia lavorato all'incisione del nome ha anche sbagliato la data: "14 Giugno 1956", mentre Mirella è nata in Febbraio. Difronte a ques'altro errore Mirella reagisce così: "Al cimitero sembra che ne combinino una ogni giorno e ciò fa riflettere sulla serietà con cui lavorano". 

Una serie di errori

Tanti, troppi errori concentrati in unico periodo per far pensare ad una macabra casualità, tant'è che la sig.ra Giovannini comincia a dubitare anche del servizio che era stato dedicato alla sua defunta madre nel 2012. Cosa era successo quella volta?

"All’epoca, per le esequie, mi ero rivolta alla società Alabarda. Ricordo bene le mie richieste: avevo domandato che durante il rito funebre la bara con le spoglie rimanesse chiusa. E così è stato. Ma ho saputo solamente pochi mesi fa, quando ho dovuto affrontare il funerale di mio padre, che avrei dovuto riconoscere il corpo della mamma prima che la bara venisse sigillata e dare così l’autorizzazione. Ma la cassa era stata chiusa subito senza controlli. Leggendo gli episodi di questi giorni, posso sospettare che lì dentro avrebbe potuto esserci qualsiasi altra persona"

Ed ecco che finisce nuovamente sotto la lente d'ingradimento l'operato dell'AcegasApsAmga, ovvero l'ente che gestisce i servizi cimieriali del comune di Trieste. Sì ancora loro, gli stessi messi sotto accusa per la vicende dello scambio di salme di qualche giorno fa, ma soprattutto la stessa onoranza funebre. 2 storie di errori pazzeschi venute a galla nel giro di pochi giorni che stanno mettendo a dura prova la serietà dell'operato di questa società. 

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