Prato: 7.500 euro per seppellire il padre ora minaccia di fare causa

Pubblicato: 16/11/2015 11:40:52
Categorie: Cimiteri , Più recenti

Un contratto stipulato negli anni 30 del secolo scorso ha fatto infuriare un cittadino di Prato che ora minaccia di ricorrere a vie legali. La vicenda risale al 2014 quando è venuto a mancare il padre del pratese che, prima di andarsene, aveva espresso l’ultimo desiderio di venire seppellito nella cappella appartenente al nonno materno. Fin qui nulla di strano, visto che non è così inusuale scegliere di venir seppelliti con un ramo della famiglia piuttosto che con l’altro quando se ne ha la possibilità. Quello che ha fatto infuriare il figlio del defunto è stata la parcella consegnatagli la mattina del funerale che recava l’importo di 7.500 euro o la tumulazione non sarebbe potuta avvenire. Le motivazioni che hanno portato a tale richiesta si trovano nel contratto stipulato agli inizi degli anni trenta dal bisnonno del pratese che recita: “Il diritto alla tumulazione è inalienabile ed esclusivo per il concessionario (il bisnonno appunto), per i suoi genitori, per la sua consorte e per i legittimi discendenti maschi e le loro legittime consorti, e per le femmine purché nubili o vedove senza prole”. In via eccezionale la tumulazione è consentita anche ai parenti più intimi del concessionario, ma pagando un “posto distinto di prima classe”. Non essendo un discendente di sesso maschile diretto, ma figlio di una figlia, ecco le motivazioni dell’importo: un posto di prima classe. Ad entrare in gioco ora saranno i legali delle parti in causa per decidere se la somma versata vada restituita o meno.

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