Le ceneri del figlio tenute in ostaggio dalla burocrazia

Pubblicato: 17/03/2016 07:24:32
Categorie: Attualità , Cimiteri , Cremazione , Imprese Funebri , Mondo Funeraria , Più recenti

Una richiesta legittima

A Borgo San Paolo (TO) due genitori stanno disperatamente cercando di farsi consegnare l’urna contenente le ceneri del loro figlio, morto in un incidente stradale nel 1999, ma la burocrazia sta bloccando questa loro richiesta.

La madre, Maria Luisa Trinco ci sta provando in tutti modi da parecchio tempo: “Non chiediamo nient’altro. Vogliamo solo che nostro figlio torni a casa, so che si può fare. Invece da più di un anno la sua urna è nel deposito cimiteriale, non possiamo nemmeno portagli un fiore. Anche suo fratello vorrebbe che lo tenessimo noi, erano molto legati, e sarebbe d’accordo a portare l’urna a casa sua quando noi non ci saremo più”.

Grazie alle legge regionale del 2008 si può fare richiesta di avere in casa le ceneri di un proprio caro, il problema è che il ragazzo è morto nel 1999, prima che fosse emessa quella legge. Oltretutto alla fine degli anni 90 c’erano dei problemi legati al processo di cremazione, come sottolinea il padre: “Nonostante io e mia moglie l’avessimo chiesta, ci era stata negata perché, così ci dissero, mancava un testamento in cui il defunto esplicitava il suo desiderio di essere cremato. Ma lui come poteva immaginare che la vita sarebbe stata così breve?”

Il 9 Febbraio del 2015 è stata effettuata l’esumazione del corpo di Giulio Corelli (nome del ragazzo), il tutto preceduto da una richiesta da parte dei genitori di poter cremare la salma del figlio e di poter portare a casa l’urna con le ceneri. La richiesta al momento è stata respinta perché, per legge, si possono portare a casa propria solo le ceneri derivanti da un funerale e non da un’esumazione. La conseguenza di questa norma è che da più di un anno le ceneri di Giulio sono situate nel deposito del cimitero. “Dovremmo anche versare 2 euro e 70 al giorno per la custodia. Noi non stiamo pagando, non siamo mica noi che vogliamo tenere lì nostro figlio” spiegano i genitori.

La legge

Secca la risposta da parte degli Uffici Cimiteriali: "Il Comune applica leggi statali e regionali che consentono parità di trattamento per ogni caso. Come gestori dei cimiteri tendiamo sempre ad accogliere le esigenze delle famiglie, per quanto la legge lo consente. Umanamente siamo molto rammaricati che non sia stato possibile accogliere la richiesta del signor Corelli, ma la legge dice che “richieste di affido o dispersione di ceneri derivanti da cremazione, a seguito di esumazioni o estumulazioni, non possano essere accolte, in quanto rappresentanti volontà del defunto difformi dalla sepoltura inizialmente scelta all’atto del decesso. Gli interventi del coniuge e dei parenti devono essere letti come interpreti coerenti della volontà del defunto”".

Ennesimo esempio di come la burocrazia in Italia abbia la capacità di creare problemi che a distanza di 8 anni non siano ancora risolvibili.

Per altri articoli sul mondo della funeraria entra nella sezione NEWS

Articoli correlati:

Condividi

Aggiungi commento

 (with http://)