Incendio all'obitorio: bruciati tutti i registri delle sepolture

Pubblicato: 01/06/2016 07:33:35
Categorie: Cimiteri , Più recenti

"Comune ladro"

Due giorni fa è stato appiccato un incendio all'obitorio del cimitero di Termoli (CB), le fiamme hanno bruciato completamente tutto l'archivio dello storico delle tumulazioni avvenute dagli anni '50 fino ad oggi nel camposanto del comune molisano. La polizia ipotizza che si tratti di un incendio doloso vita la presenza dalla scritta "comune ladro" incisa  sulla parete della stanza dedicata alla preparazione dei cadaveri. 

Pochissime tracce

Purtroppo insieme ai documenti dell'archivio sono state bruciate e danneggiate le registrazioni effettuate dalle telecamere del sistema di sorveglianza. Di conseguenza l'unico inidzio per risalire al colpevole di questo inspiegabile gesto resta quella scritta sul muro. Gli agenti della scientifica hanno già raccolto le tracce necessarie sulla vernice trovata sulla parete per effettuare eventuali confronti. I vigli del fuoco d'altro canto stanno facendo tutto il possibile per ricostruire le dinamiche  dell'intero episodio.

Sorgono numerose problematiche

I danni alla struttura sono facilmente rimediabili, mentre quelli ai registri delle tumulazioni del cimitero di Termoli rischiano di essere molto gravi. È vero che il Comune in questi anni ha adottato un sistema digitalizzato all'avanguardia per raccogliere tutti i dati sulle sepolture del camposanto, ma non contiene tutte le informazioni riguardanti le operazioni cimiteriali degli anni '50 che erano segnate solo sui registri cartacei.

Dalle testimonianze raccolte dalla polizia non si sarebbe trovato nessuno che possa aver un episodio di rancore verso la gestione dei servizi cimiteriali tale da commettere un simile gesto.

L'unica cosa certa, al momento, è che quest'incendio, doloso o colposo che sia, sta creando moltissimi problemi, infatti la camera mortuaria è inagibile e occorrerà trovare un altro luogo dove poter sistemare momentaneamente i defunti prima che vengano sepolti.

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