Pubblicato:
23/03/2018 07:34:30
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Dovevano essere le ceneri del loro defunto padre, ma in realtà appartenevano ad uno sconosciuto. È l'incredibile e triste esperienza capitata ad una famiglia romana, vittima di un terribile errore commesso da un'impresa funebre di Anzio (RM).
"Io e i miei fratelli – racconta M., figlia della coppia defunta – abbiamo dovuto separarci nel 2017 dalle persone più importanti della nostra vita, i nostri genitori, nelle circostanze più difficili, perché entrambi malati di un male incurabile, e che ci hanno lasciato a pochissima distanza l’uno dall’altro". Nel giro di soli due mesi i figli della coppia, hanno passato momenti pesantissimi e resi ancora più difficili dal fatto che uno dei fratelli vive in Australia e le due sorelle da tutt'altra parte del mondo, ovvero in Spagna.
"Ci siamo affidati - continua M. - tutte e due le volte alla stessa ditta, ma è stato commesso un tragico errore: le ceneri che ci sono state consegnate, in questa seconda occasione, infatti, sono risultate essere quelle di un’altra persona con un nome simile a quello del nostro papà. Ce ne siamo accorti solo in seguito ad una telefonata insolita proprio da parte dei responsabili della ditta di onoranze funebri che ci chiedevano se, come avevamo precedentemente spiegato loro, avevamo effettuato la cerimonia per gettare in mare le ceneri di nostro padre. Ci hanno chiesto di riconsegnare l’urna: purtroppo per le ceneri era ormai troppo tardi. Noi, in quella che è stata una sentita cerimonia, abbiamo sparso le ceneri di un’altra persona".
Un errore inconcebile che però non è stato visto come tale dall'onoranza funebre che "si è rifiutata di riconsegnarci le ceneri di nostro padre. La società si è detta disposta alla riconsegna a patto di restituire l’altra urna… ormai vuota, e prova evidente dell’errore commesso"
"Solo dopo circa un mese, e anche grazie all’intervento dell’Arma dei Carabinieri, e ad uno scambio di lettere tramite avvocati, finalmente abbiamo ottenuto i resti di nostro padre. Ma dal momento che viviamo tutti all’estero, abbiamo oltretutto dovuto sostenere nuovamente le spese del viaggio di ritorno in Italia per dire di nuovo addio, questa volta ai veri resti di nostro padre. A distanza di un anno da questi eventi, non abbiamo ancora ottenuto giustizia. Ad oggi nessuno si è assunto le proprie responsabilità e anzi abbiamo ricevuto soltanto accuse assurde, un trattamento pessimo in uno dei momenti più difficili della nostra vita, nessun risarcimento né per i danni morali né per quelli economici dopo aver sostenuto una spesa di quasi 5000 euro per entrambi i servizi funebri. Oltre a dover convivere con il nostro dolore ci dispiace terribilmente non aver potuto nemmeno parlare con i familiari dell’altra persona deceduta di cui abbiamo sparso le ceneri".
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