Pubblicato:
15/05/2015 17:33:13
Categorie:
Cimiteri
I cinquanta ettari sul declivio della collina di Poggioreale sono occupati da più cimiteri, il più notevole quello di Santa Maria del Popolo, detto delle “366 fosse”. I napoletani poveri morti nel tal giorno (dall’anno 1762 al 1890) venivano qui inumati, in una specie di pozzetto sotto una lastra su cui era segnato il numero del giorno e del mese. Il quadrilatero era composto di 366 tombe identiche, una sorta di calendario dei morti comprensivo del 29 febbraio bistestile (per l’esattezza, le tombe nel quadrilatero sono 360, a cui vanno aggiunte le sei site sotto il porticato). Ogni giorno i becchini scoperchiavano il pozzo corrispondente alla data di questo “calendario” e vi calavano i morti di giornata, coprendoli di calce viva. Poi la pietra era rimessa al suo posto fino all’anno seguente.
Questa vera e propria macchina del tempo illuminista, situata allora alle porte di Napoli, precede di mezzo secolo l’editto napoleonico che proibiva i cimiteri interni alle città. Fino alla sua inaugurazione gli indigenti furono sepolti in centro, come per esempio quelli deceduti all’ospedale degli Incurabili, gettati nella leggendaria Piscina. Vale la pena di visitare anche i confinanti cimiteri dei “ricchi”: il Cimitero Monumentale, impostato come una villa classica con il suo parco, e quello di Santa Maria del Pianto.
Per altri argomenti sul mondo della funeraria clicca qui