Caccia ad un impresario funebre svizzero: consegnò le ceneri sbagliate

Pubblicato: 01/11/2016 07:39:17
Categorie: Attualità , Cremazione , Curiosità , Imprese Funebri , Mondo Funeraria

Caccia all'impresario funebre

Un impresario funebre svizzero è stato accusato di truffa e turbamento della pace dei morti. Nel weekend si sarebbe dovuto tenere il primo processo, ma l'uomo non si è presentato davanti al giudice ed, al momento, risulta introvabile in ogni cantone della nazione. 

I Fatti

Il caso risale al 2014 quando il ricercato, all'epoca, era il titolare di una ditta di pompe funebri a Ginevra. Un giorno, il titolare, ha fatto a credere a due genitori di aver consegnato loro le ceneri del loro piccolo figlio, scomparso dopo pochi giorni dalla nascita all'Ospedale universitario di Ginevra (HUG) nell'Ottobre di quell'anno. Due settimane dopo aver preso in consegna il corpicino del bebè all'HUG, per farlo poi cremare a Bienne, l'imprenditore ha consegnato ai genitori un'urna e si è fatto pagare una fattura di 1500 franchi, ma ha non gli ha consegnato il documento che avrebbe permesso a loro di far cremare il corpo del loro figlio e infatti, ignari del fatto, la coppia si è poi recata a Losanna, ma si è vista rifiutare la richiesta di cremare il proprio bimbo.

All'inizio del 2015 marito e moglie hanno contattato gli uffici cimiteriali di Bienne per ottenere il mancato documento, ma hanno scoperto che la cremazione del figlio era appena avvenuta, mentre in realtà erano già trascorsi 3 mesi dalla morte del piccolo. Infatti, l'urna a loro consegnata conteneva delle ceneri non identificate di un adulto e di un altro bambino.

Col passare del tempo i genitori sono riusciti a ottenere le "vere" ceneri del loro bambino, ma l'urna invece che di persona, gli è stata consegnata per posta. "Si trovavano in un'urna troppo grande - dichiara un testimone -, destinata ad un adulto, e si erano sparpagliate. È stato difficile recuperare tutto. Provo compassione per i genitori: per settimane, nel loro salotto, avevano eretto una specie di altare per le ceneri, davanti alle quali si raccoglievano. E ad un certo punto hanno scoperto che le ceneri in questione non appartenevano al figlio. La madre, credente, era in lacrime".

Poche certezze

Al momento l'udienza non ha permesso di chiarire tanti aspetti della vicenda. Ad esempio non si è ancora capito dove l'imprenditore abbia conservato il corpo del piccolino. A Bienne è inspiegabile come nessuno abbia protestato sul fatto che si avviassero delle operazioni di cremazione ad un corpo privo di vita da quasi tre mesi. Solo l'ex titolare dell'impresa funebre può rispondere a questi quesiti, ma come detto, al momento non si trova.

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