Bari: scoppia il caso delle bare senza nome

Pubblicato: 26/02/2016 08:14:23
Categorie: Attualità , Cimiteri , Imprese Funebri , Mondo Funeraria , Più recenti

Circa una settimana fa al cimitero monumentale di Bari, nella camera mortuaria, era stata trovata una bara che non era stata sigillata correttamente e il nome del defunto non era a norma. Infatti sul cofano c’era solo un foglietto di carta con scritte le generalità del caro estinto. La polizia è stata contattata immediatamente e proprio mentre stava indagando su quella bara, per pura casualità, è arrivata un’altra bara senza targhetta (quindi non a norma) sempre trasportata dalla stessa onoranza funebre. L’intervento dei poliziotti ha evitato una situazione imbarazzante, infatti senza il loro intervento c’era il rischio di avere uno scambio di cadaveri e questo non sarebbe stato visto di buon occhio dalle famiglie dei defunti.

Questo fatto ha avviato una serie di controlli da parte del nucleo Mortuaria della polizia municipale. In particolare gli agenti hanno puntato il dito contro un’unica agenzia di onoranze funebri, per la quale è stata imposta la revoca dell’accreditamento, con la sospensione immediata di tutti i servizi funebri e con il sequestro di un carro funebre che era senza assicurazione e revisione. Questo carro funebre avrebbe trasportato una delle salme senza nome.

Il fatto è già diventato un caso e sono partite tantissime indagini che hanno già messo alla luce un’altra irregolarità: un probabile giro di bollettini per dei “diritti per tumulazione salme” da 120 euro che il Comune riceve per le salme dalle agenzie di onoranze funebri e che vengono inseriti nei costi dei funerali dalle stesse aziende.

La polizia avrebbe infatti trovato delle altre irregolarità nei bollettini, come la scrittura a mano delle generalità del defunto e il fatto di usare tale bollettino più volte. 

Una situazione spiacevole che inquieta parecchio gli uffici comunali e che apre nuovamente quella parentesi di disperazione che spinge le persone a compiere atti illeciti, offendendo addirittura la memoria dei defunti, per qualche spicciolo in più.

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