Analisi del comparto funebre e cimiteriale italiano

Pubblicato: 23/06/2015 12:43:27
Categorie: Cimiteri , Imprese Funebri , Normativa

IL FUNERALE

Definizione e composizione

Il funerale (o servizio funebre) è l'insieme degli atti d'onore scelti dalla famiglia da tributare ad un defunto ed il suo trasferimento da dove giace alla sua destinazione finale, al momento,solo in cimitero.

Per la realizzazione di un funerale, si rendono necessarie diverse tipologie di forniture e prestazioni aventi carattere:

Obbligatorio (regolamentato dalla legge), quali:

l’espletamento delle pratiche burocratiche conseguenti al decesso;

la fornitura del cofano (cassa da morto);

il trasporto;

la definizione della destinazione della salma

gli interventi igienico-sanitari sulla salma

Accessorio (liberamente scelti dalla famiglia), quali:

gli arredi funebri allestiti ove giace o dove sosterà la salma durante il trasporto;

la tipologia del cofano e gli accessori ad esso attinenti;

le comunicazioni a lutto a mezzo di stampa (necrologia) o manifesti murali;

i riti laici o religiosi ed i luoghi ove svolgerli;

la scelta (laddove è permesso) di un mezzo di trasporto (autofunebre) diverso da quello previsto dai Regolamenti comunali;

i fiori e quant’alto costitutivo atto d'onore della famiglia o degli Enti pubblici alla memoria del defunto.

Tassazione e diritti

Su ogni funerale gravano varie imposizioni di natura fiscale o comunque a copertura di specifici servizi pubblici (in genere comunali e/o sanitari), difficilmente definibili (sia come dizione che come entità), variando anche sensibilmente da Comune a Comune.

La sommatoria di tali diritti, comunque, può superare agevolmente la media dei 750 €. 

TIPOLOGIE DI SEPOLTURA E CONSIDERAZIONI

(Dati ISTAT anno 2013)

Destinazione della salma

Inumazione (Sepoltura in terra)

E' finalizzata a rendere più rapida possibile la trasformazione delle materie organiche in sali minerali:

Si utilizzano casse unicamente in legno (preferibilmente leggero) e di spessore contenuto.

L’inumazione in campo comune è a pagamento secondo una tariffa autonomamente stabilita dal comune.Laddove esistono, si può far seppellire la salma anche in campi a pagamento, con concessioni prestabilite e, ovviamente a prezzi ben superiori, a seconda della metratura dello dell’area, dei posti salme e dei tempi di occupazione. 

L’inumazione in campo comune è gratuita per i non abbienti e per le salme sconosciute o di cui nessuno si occupa.

Nei campi comuni la salma viene esumata dopo dieci anni; nelle altre forme di sepoltura in terra l'operazione è svolta al termine del periodo previsto dalla concessione.

Dopo l'esumazione, i resti mortali, se completamente consunti, sono raccolti e destinati o all'ossario comune, o in ossario privato a seconda della scelta che viene fatta dai familiari, oppure vengono avviati a cremazione.

Anche l’esumazione dal campo comune è a pagamento, secondo tariffe stabilite dal Comune.

NUMERI: a fronte di 600.744 decessi avvenuti in Italia nel 2013 (dati consolidati resi noti dall’ISTAT), circa il 33,25% sceglie l’inumazione in terra.

Tumulazione (Sepoltura privata in tomba e non in terra)

La tumulazione del cadavere in loculo, in tomba o in cappella privata è finalizzata a conservare più a lungo le spoglie mortali e la sepoltura stessa.

Si utilizzano casse in legno massiccio, con contro-cassa interna (od esterna) in zinco.

E' sempre a pagamento con un contratto di concessione che varia a seconda dei comuni e del periodo di concessione, che comunque per legge non può superare i 99 anni.

In un loculo a livello “comodo” (seconda o terza fila) l’onere nascente a favore del Comune gestore del cimitero è difficilmente inferiore ai 2.700 € e, soprattutto nelle grandi città, le tariffe delle concessioni hanno ormai raggiunto il prezzo al metro quadrato delle ville di lusso.

Nelle altre tumulazioni (cappella familiari o gentilizie) i costi di concessione lievitano in proporzione praticamente geometrica.

Dopo l'estumulazione i resti mortali, se completamente consunti, sono raccolti e destinati o all'ossario comune, o in ossario privato a seconda della scelta che viene fatta dai familiari oppure, vengono avviati a cremazione.

NUMERI: a fronte di 600.744 decessi avvenuti in Italia nel 2013 (dati consolidati resi noti dall’ISTAT), circa il 48,32% sceglie la tumulazione in loculo.

Cremazione

La cremazione è l'incenerimento della salma a mezzo di combustione al quale segue la raccolta delle ceneri risultanti in un'apposita urna.

La cremazione deve essere autorizzata dal Sindaco sulla base della volontà scritta espressa dal defunto, quando era in vita o in mancanza con dichiarazione scritta del coniuge o, in difetto, dei parenti più prossimi. Validità testamentaria ai fini della cremazione è anche l’iscrizione ad una Società riconosciuta a tal fine (In genere So.Crem). 

Il corpo va cremato obbligatoriamente con la cassa che lo contiene; se il luogo di cremazione dista più di 100 Km, al posto della controcassa in  zinco, si può utilizzare un riavvolgimento più adatto alla combustione.

La cremazione è a pagamento secondo una tariffa periodicamente definita dal Ministero degli Interni. Al momento essa è assestata intorno ai 500 €.

E’ gratuita per le famiglie indigenti.

Le ceneri possono essere custodite in cimitero oppure, laddove le normative lo consentono, possono essere affidate ai famigliari o disperse in natura. Per l’affidamento basta una dichiarazione da parte degli aventi diritto che attesti che quella era la volontà del defunto. Per la dispersione serve invece una precisa volontà scritta da parte del defunto.

NUMERI: a fronte di 600.744 decessi avvenuti in Italia nel 2013 (dati consolidati resi noti dall’ISTAT), circa il 18,43% sceglie la pratica della cremazione.Esistono però profonde differenze, principalmente culturali, a seconda delle regioni in quanto al Nord tale pratica è in forte espansione (ad esempio a Milano le cremazioni sono oltre il 60%) mentre al Sud è una pratica quasi ignorata. Ciò deriva come detto da motivi culturali ma anche a causa dell’assenza di forni crematori. In Italia sono attivi circa 63 forni crematori dei quali 48 al Nord, 9 al Centro e 8 al Sud. Anche questa distribuzione non capillare certamente risulta di freno all’incremento della cremazione.

Puntura conservativa, Imbalsamazione e Tanatoprassi

La finalità di questi interventi sulle salme è quella di conservarne le sembianze del defunto il più a lungo possibile, nonché di ritardare il processo di decomposizione, ma entrambi sono in effetti quasi inesistenti in Italia.

La puntura conservativa, atta a rallentare il processo di decomposizione, è attualmente molto contestata a causa dell’effetto cancerogeno rilevato e in alcune regioni è ritenuta fuorilegge. Viene altresì effettuata sempre in caso di trasporto di feretro all’estero.

L’imbalsamazione, che è già riconosciuta dalle regolamentazioni nazionali, attua una conservazione imperitura del corpo e va eseguita solo da medico abilitato e in ambito ospedaliero.

La tanatoprassi, permette di conservare intatto il corpo per una periodo molto ristretto, una quindicina di giorni. In Italia essa non è ancora ammessa dalle norme vigenti, anche se per trasferire i Corpi all’estero, specie nei Paesi nordamericani, essa è un atto dovuto e richiesto, pena la non autorizzare l’introduzione della salma in quei Paesi. Il settore attende da anni l’approvazione di una normativa di settore aggiornata nell’ambito della quale normare anche tale pratica. 

L'IMPRENDITORIA FUNEBRE

SETTORE SERVIZI FUNEBRI

Autorizzazioni all’attivita’

L’attività funebre in Italia, è attività libera imprenditoriale.

Un'azienda può svolgere servizi di onoranze funebri (intendendo con essi tutte le prestazioni e le forniture necessarie allo svolgimento delle pratiche mortuarie, nel rispetto delle leggi nazionali e locali di polizia mortuaria) dopo il riconoscimento di attività commerciale, e l'ottenimento di licenza di P.S. per agenzia d'affari. Nel caso l’impresa funebre svolga anche il trasporto funebre con propri mezzi, è necessario ottenere l’autorizzazione relativa all’autorimessa (che deve avere particolari dotazioni) da parte del Sindaco.

Normative regionali quali Lombardia, Emilia Romagna e Veneto (ed altre, anche se con criteri più blandi) hanno introdotto dei requisiti per esercitare l’attività funebre (in termini di numero di personale, formazione professionale dello stesso, mezzi, sede ed autorimessa) ottenendo una nuova autorizzazione che, inglobando le autorizzazioni suddette valide a livello nazionale, abilita all’esercizio dell’attività funebre su tutto il territorio regionale. Si tratta di normative regionali importanti che introducono adempimenti volti ad una crescita ed evoluzione del settore verso obiettivi di qualità e professionalità. Da anni FENIOF rivendica la necessità di una normativa nazionale aggiornata ma, purtroppo, seppur a fronte di circa 600.744 decessi all’anno, non sembra esserci una precisa volontà politica nell’accogliere le richieste degli operatori e dei dolenti. 

Composizione

Il settore delle attività funebri è articolato in Italia in tre sostanziali comparti:

Imprese funebri private

Fino all’anno 2000 erano pressoché stabilizzate attorno ai 4.000 punti vendita, equamente distribuiti sul territorio nazionale. Con l’entrata in vigore del Decreto Bersani, che ha liberalizzato l’attività, nell’arco di pochi anni, esse sono sensibilmente aumentate. Attualmente risultano attive circa 6000 imprese, ma va tenuto presente che in tale numero vi sono anche le eventuali sedi secondarie facenti capo ad una impresa principale. Tale dato va comunque considerato tenendo presente che:

circa la metà, è operante autonomamente ed imprenditorialmente, vale a dire con proprie strutture, mezzi, magazzini, laboratori, personale regolarmente inquadrato;

l’altra metà, opera sostanzialmente con funzioni d’agenzia, o comunque, utilizzando dei terzisti (centri servizi), e quindi operando con soli uffici senza strutture imprenditoriali.

Come numero di servizi svolti in un anno, la campionatura è molto ipotetica ed approssimata, ma non dovrebbe essere molto diversa dalla realtà la seguente articolazione:

- solo il 2% delle imprese (un centinaio in tutto) svolge servizi superiore alle 500 unità ( tra queste vi sono alcune S.p.A.)

- circa il 75% delle imprese sono tendenzialmente attorno ai 200 annui;

- le altre sono sotto i 100 servizi e, tendenzialmente, attorno ai 50. 

Aziende a carattere pubblico o a Capitale prevalentemente Pubblico

Trattasi di attività parziali o totali direttamente o indirettamente gestite dei Comuni.

Si tratta mediamente di aziende operanti nelle grandi città e con numeri elevati in termini di servizi funebri svolti. Spesso i comuni o le aziende comunali esercitano sia l’attività funebre che l’attività cimiteriale e, in altri casi, operano nell’ambito dei servizi necroscopici (camere mortuarie ed ospedali). 

A riguardo l’Antitrust si è espressa denunciando simili commistioni ritenendole atte a creare forti turbative di mercato a danno degli operatori locali, nonché invitando i comuni a circoscrivere il loro intervento nella mera sfera dei servizi pubblici seguendo i principi di sussidiarietà e non offrendo servizi commerciali di onoranze funebri soprattutto quando le imprese comunali godono di benefici e privilegi in grado di avvantaggiarle sul mercato privato. 

L’Antitrust ha altresì condannato le situazioni nelle quali un soggetto esercente l’attività funebre venga a gestire obitori o camere mortuarie. Le motivazioni sono evidenti: il soggetto che gestisce l’obitorio o la camera mortuaria è il primo a venire a contatto con il deceduto e pertanto, qualora eserciti anche l’attività funebre, è più facile che sia quest’ultima impresa a svolgere il servizio funebre (configurando una turbativa di mercato evidente). Inoltre in questo modo i dolenti subiscono una pressione nella scelta dell’impresa funebre che non avviene quasi mai liberamente ma a seguito di sollecitazioni che non tengono conto della particolare fragilità psicologica connessa all’evento morte. Come FENIOF da anni sollecitiamo attenzione verso l’argomento, condannando l’operato delle imprese che ottengono commesse negli ospedali. 

Associazioni no-profit

Si tratta di circa 200 fra enti morali, laici o religiosi, per la quasi totalità operanti con propri servizi funebri completi ed una cinquantina di essi con propri cimiteri. La loro operatività è rilevante in Toscana (Misericordie e Pubbliche Assistenze) e in zona napoletana (Congreghe). 

Sono inoltre attive 39 società di cremazione (SOCREM) che curano unicamente tale rito e, quasi tutte gestrici di forni crematori di proprietà comunale.

SETTORE PRODUTTORI

Si possono catalogare nelle seguenti entità:

144 fabbriche di cofani di legno e metallo ed urne cinerarie, delle quali una ventina a livello di industria medio alta;

20 officine meccaniche specializzate per la trasformazione delle auto in autofunebri;

120 laboratori per la fabbricazione di apparati tessili (imbottiture, veli coprisalme, arredi) ed articoli funerari;

24 produttori di articoli igienico-sanitari (valvole depuratrici, liquidi di conservazione, bare frigorifere, ecc.);

40 fonderie per la produzione degli accessori metallici alle casse;

92 per ulteriori produzioni (cofani in zinco, fotoceramiche, stamperie per manifesti, computeristica, ecc).

6  produttori di forni crematori;

69 fornitori di marmi e graniti

81 fornitori di articoli cimiteriali cassette ed ossari

Particolare rilievo hanno i costruttori di cofani, i quali, oltre a produrre l’intero fabbisogno nazionale, 580.000 pezzi all’anno, sviluppano anche un’interessante esportazione.

IL MERCATO FUNERARIO

CAMPO D’ATTIVITÀ

Circa 601 mila morti all’anno (DATI ISTAT 2013: morti 600.744), equivalenti a poco meno dell'1% della popolazione, di cui:

20.000 sono a carico delle Pubbliche Amministrazioni riferendosi a decessi di persone non abbienti o sconosciute;

70.000 coperti dai servizi comunali o dalle Istituzioni morali;

500.000 di competenza dell’imprenditoria funebre privata;

Ogni impresa funebre privata, quindi, si attiva mediamente su meno di 100 servizi all’anno (1 ogni tre giorni);

Dei 601 mila decessi:

Il 75% avviene in ambiti ospedalieri

Il 22% avviene in abitazioni private

Il 3% in luogo pubblico diverso

Inoltre, sempre dei 601 mila decessi:

il 33,25% è destinato all’inumazione (sepoltura in terra)

il 48,32% è destinato alla tumulazione (tomba);

il 18,43% è destinato alla cremazione (con forte tendenza all’incremento).

La totalità delle salme trova sede obbligatoriamente e indipendentemente che siano inumate, sepolte o cremate, nei cimiteri pubblici (circa 13.000 in Italia) o nei pochissimi privati (una centinaio o poco più) gestiti da Enti morali.

IL BUDGET NAZIONALE

Costo medio di un funerale

Si può indicare in circa 2.900medi per ogni servizio funebre, svolto in ambito comunale e fornito da un’impresa privata specializzata.

Salvo richieste particolari e variazioni dovute agli usi e costumi locali, nell'importo considerato si intendono comprese le prestazioni e forniture di medio valore, obbligatorie per legge, più alcuni accessori.

Giro d’affari

Comparto Imprese funebri

Sulla base di circa 601.000 servizi utili, al costo di 2.900 € cadauno, si ha un giro d’affari di circa 1.742.900.000,00 €

Indotto

Nel giro d’affari su indicato, resta escluso un indotto (su cui l’impresa funebre non ha alcuna incidenza) di oltre 2.800.000.000 €, e riferito agli interventi cimiteriali, di cui, all’incirca:

1.300.000.000 € per marmi e monumenti funebri

1.100.000.000 € per vari diritti comunali e/o sanitari;

400.000.000 € per intervento di fioristi, giardinieri, manutentori, ecc.

E’ da valutare, inoltre, che dopo anni di gratuità, la cremazione è stata di recente posta a carico dell’utenza, per importi che si aggirano attorno ai € 500, con un conseguente onere sulla famiglia in lutto di circa 600-700 € se si aggiungono le eventuali spese connesse ( IVA, documentazioni, bolli, etc.)

Pure le inumazioni, ora, gravano sulle famiglie, per importi variabilissimi, che, indicativamente si possono assestare sui livelli di costo della cremazione, in quanto in genere, i Comuni hanno equiparato le due tipologie di onere.

Tassazioni

Su ogni funerale, come detto, gravano anche forme di tassazione generalmente fisse e riferite a diritti di competenza comunale, sanitaria e di polizia mortuaria. Si può calcolare un'imposizione di circa 500€ ad unità.

Anche su questi importi, l'impresa funebre non ha alcuna competenza.

Si rileva che, per le famiglie italiane, una rilevante spesa connessa al funerale è rappresentata dai costi delle concessioni cimiteriali (loculi), costi che hanno raggiunto al metro quadro le quotazioni delle ville di lusso…

AGGIORNAMENTI 2015

Recentemente l’ISTAT ha diffuso le prime stime in ordine alla situazione demografica in Italia nel 2014 e come consueto la FENIOF ha elaborato tali dati estrapolando, nello specifico, i dati relativi alla mortalità per regione.Va precisato che le stime sono prodotte basandosi sull’analisi delle serie parziali di dati relativi al movimento della popolazione residente (nascite, decessi, trasferimenti di residenza). Tale metodologia consente, sulla base delle informazioni preliminari pervenute all’Istat, di stimare per l’intero anno gli stessi aggregati tanto nella loro dimensione globale quanto nella loro principale articolazione strutturale (sesso, età, cittadinanza, territorio, origine/destinazione).

Venendo alle risultanze dell’elaborazione dei dati va detto che se è vero che le morti sono state circa 4000 in meno rispetto all’anno 2013, è altresì vero che le nascite sono state circa 5000 in meno rispetto all’anno scorso: un risultato preoccupante che non si registrava dall’Unità d’Italia. 

Nel 2014 la popolazione residente ha conseguito un incremento demografico dello 0,4 per mille, un dato bassissimo e, in assoluto, il più basso degli ultimi 10 anni. 

Secondo i dati ISTAT la popolazione totale del nostro Paese nel 2014 conta 60.000.808 residenti (dato al 1° gennaio 2015). Di questi ben 5 milioni 73 mila sono stranieri residenti in Italia (8,3% della popolazione) e nel 2014 sono cresciuti di 151.000 unità.

Per quanto attiene l’età media della popolazione si registra il dato di 44,4 anni mentre per grandi classi d’età il 13,8% è composto da persone fino ai 14 anni, il 64,4% da persone da 15 a 64 anni ed il 21,7% da persone dai 65 anni in su.Gradualmente ma senza soluzione di continuità proseguono, dunque, sia il processo di crescita della popolazione anziana (19,5% nel 2005) sia quello di decrescita di ragazzi e adulti (rispettivamente 14,1% e 66,3% nel 2005). La Liguria è la regione con l’età media della popolazione più alta (48,3 anni) ed anche quella con la più alta percentuale d’individui di 65 anni e oltre (28%). Regioni a forte invecchiamento sono anche il Friuli-Venezia Giulia (46,6 anni di età media con un 25,1% di ultra 65enni) e la Toscana (46,3 e 24,7%). Un equilibrio tra popolazione giovanile e anziana si è perso ovunque, anche tra quelle regioni del Mezzogiorno che conservano, tuttavia, una popolazione relativamente più giovane. In Campania, la regione più “giovane” del Paese, l’età media è di 41,5 anni e la quota della popolazione di 65 anni e oltre è pari al 17,6% mentre la quota di ragazzi fino a 14 anni di età è del 15,5%. Segue curiosamente non un’altra regione meridionale, ma il Trentino-Alto Adige con un’età media di 42,9 anni, una quota di ultra 65enni pari al 19,8% e una di ragazzi fino a 14 anni del 15,5%.

Il calo di mortalità si traduce in un aumento della speranza di vita che si assesta per gli uomini a 80,2 anni e per le donne ad 84,9 anni. 

 

ANNO 2014 – INDICATORI DELLA DINAMICA NATURALE 

STIME PER 1000 RESIDENTI

REGIONI / RIPARTIZIONI

TASSO

DI

NATALITA’

TASSO

DI

MORTALITA’

TASSO DI

INCREMENTO

NATURALE

PIEMONTE

8,0

11,2

-3,2

VALLE D’AOSTA

8,8

10,0

-1,2

LOMBARDIA

8,8

9,0

-0,2

TRENTINO ALTO ADIGE

9,9

8,3

1,6

        BOLZANO

10,5

7,9

2,6

        TRENTO

9,4

8,8

0,6

VENETO

8,3

9,2

-0,9

FRIULI VENEZIA GIULIA

7,6

11,0

-3,4

LIGURIA

6,9

13,2

-6,3

EMILIA – ROMAGNA

8,4

10,7

-2,3

TOSCANA

7,8

11,1

-3,3

UMBRIA

7,9

11,2

-3,3

MARCHE

8,1

10,6

-2,5

LAZIO

8,6

9,4

-0,8

ABRUZZO

8,1

10,7

-2,6

MOLISE

7,2

11,5

-4,3

CAMPANIA

8,9

8,8

0,1

PUGLIA

8,3

9,0

-0,8

BASILICATA

7,3

10,3

-3,0

CALABRIA

8,3

9,6

-1,3

SICILIA

8,8

9,8

-0,9

SARDEGNA

7,1

9,3

-2,3

ITALIA

8,4

9,8

-1,4

Per altri argomenti sul mondo della funeraria clicca qui

Articoli correlati:

Condividi

Aggiungi commento

 (with http://)