Pubblicato:
29/06/2015 12:46:56
Categorie:
Mondo Funeraria
Che l’Italia sia il paese della burocrazia già lo si sapeva, chiunque si è trovato a doversi orientare nei gironi danteschi di moduli, pratiche, timbri e certificazioni. Ma quando i moduli servono a gestire il post mortem in certi casi si cade davvero nel ridicolo.
Secondo l’imps per esempio, tutti i residenti all’estero devono ogni anno compilare e spedire un’autodichiarazione di esistenza in vita, con tanto di sanzioni penali in caso di dichiarazione di falso, chissà poi recapitate a chi.
Altro caso eclatante fu quello del comune di Saronno, che propose un autocertificazione della dichiarazione di morte, poi subito riadattata in “Dichiarazione sostitutiva certificato di morte”, redatto dai congiunti del de cuius.
E fino al 2000 addirittura era ancora in valore, anche per i certificati di morte, la scadenza dei documenti, e il sopracitato andava quindi rinnovato periodicamente, forse confidando nella reincarnazione.
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