Pubblicato:
18/05/2015 12:37:20
Categorie:
Cimiteri
, Curiosità
Il cimitero ecologico, con bare biodegradabili e dispersioni delle ceneri in cielo, si sta diffondendo sempre di più. In Europa primi esempi sono in Olanda e Inghilterra. Ma anche in Italia qualcosa si muove.
Nel mondo si stanno diffondendo sempre di più i cimiteri ecologici. La prima città a concepirne uno è stata Blackley, in Inghilterra, dove tutte le bare sono biodegradabili, le lapidi sono costruite in pietra grezza oppure rimpiazzate da alberi sopra i quali vengono incise le generalità del defunto.
Tra le varie tecniche di sepoltura l’Olanda è il Paese che fornisce le opzioni più originali a impatto zero. Qui è possibile essere seppelliti in una bara di cartone biodegradabile (abbattendo anche i costi, in genere piuttosto alti, di un cofano) oppure si può scegliere l’opzione del “palloncino”: in questo caso ci si fa cremare e le ceneri vengono riposte all’interno di un normale palloncino che, una volta gonfiato, viene liberato nell’aria lasciando che le ceneri del defunto si diffondano libere nel cielo una volta che il palloncino scoppia. Un altra pratica eco sostenibile diffusa in Olanda è quella di seppellire le ceneri direttamente nella terra e piantarci sopra un albero che rappresenterà la tomba del defunto.
Anche in Australia è stato aperto un cimitero a impatto zero sull’ambiente: è il St Francis Field (dedicato a San Francesco d’Assisi) realizzato all’interno del Kemps Creek, cimitero nella periferia ovest di Sidney. Al momento ospita 300 defunti, sepolti in bare biodegradabili, realizzate con un processo speciale a zero emissioni, e dove la salma – prima di essere adagiata – viene preparata senza conservanti o disinfettanti per favorire il “riciclaggio naturale”. Non ci sono né lapidi né pietre tombali e le coordinate del defunto si trovano tramite il sistema GPS. (http://www.sydneynaturalburialparks.com.au/natural-burial.html)
Il cimitero ecologico di Stellenbosch, in Sudafrica, è stato aperto nel 2011. Anche qui le bare sono tutte biodegradabili: le corde naturali hanno sostituito i manici di ottone; e nella produzione non sono state utilizzate colle tossiche e sostanze chimiche. Ogni struttura è realizzata in cartone biodegradabile o materiali naturali come vimini, bambù e cartapesta. Sono state anche abolite le lapidi: i luoghi di sepoltura sono segnati su pietre piatte con semplici pennarelli oppure da un albero che i parenti del defunto hanno piantato sulla tomba. Le ceneri delle cremazioni sono sepolte in cofanetti di vimini biodegradabili o sparse tra i fiori selvatici del cimitero, riciclandole come concime. Così nel giro di qualche anno, grazie alla vegetazione autoctona si è creerà un habitat naturale per la fauna selvatica, trasformando il cimitero in una specie di riserva naturale di 300 ettari, dei quali solo il 10% è usato per le tombe mentre il resto è diventato un’area protetta per gli animali.
In Inghilterra la società Arka ha prodotto Ecopod, una bara completamente biodegradabile realizzata con carta di giornali riciclata e polpa di gelso, adatta sia a sepolture tradizionali (nel terreno) sia per cremazioni. Stesso marchio e stesso materiale anche per l’urna, realizzata in carta riciclata.
Sulla stessa lunghezza d’onda, sempre in Inghilterra, il Natural Death Center che si occupa di organizzare sepolture a basso impatto ambientale. http://www.ecopod.co.uk
Di funerali ecologici e bare eco-compatibili si inizia a parlare anche in Italia. Il via libera è stato dato nel 2007 dall’allora ministro della Salute Livia Turco (Secondo governo Prodi) con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Anche in Italia, quindi, le bare possono essere realizzate in materiale facilmente biodegradabile come il Mater-bi (bio-plastiche realizzate con componenti vegetali, Novamont è l’azienda che le produce) e possono essere usate per inumazioni o cremazioni a condizione che il deceduto non sia un malato infettivo. Sono in aumento le imprese di pompe funebri che propongono bare ecologiche, rispettose dell’ambiente e più economiche di quelle tradizionali.
Va ugualmente tenuto presente che spesso il legno, allorchè privo di vernici e con accessori eco compatibili, risulta essere tutt’ora la soluzione più ecologica, soprattutto in occasione della cremazione in quanto non essendovi collanti particolari né soluzioni chimiche nocive le emissioni in atmosfera risultano essere quelle con i valori minori.
Nel momento del funerale va ugualmente posta una domanda fondamentale: come voglio onorare chi non c’è più? Ogni risposta conseguente si articola inevitabilmente nella scelta della bara più adatta (più economica e meno pregiata o più costosa e di pregio) per il funerale low cost o per la vera e propria “onoranza funebre” per “onorare” realmente nell’ultimo viaggio chi non è più tra noi.
Per altri argomenti sul mondo della funeraria clicca qui